sabato 21 maggio 2011

Ridere per vivere: i volontari del sorriso

Queste prime tre settimane di maggio sono state pesantissime: tra lavoro, reperibilità per il coordinamento trapianti di rene e pancreas, corsi di aggiornamento, assistenza alla suocera invalida e lavori in casa (dopo vent'anni ci siamo decisi a mettere un impianto di allarme.... sto in un paesino ma anche qui troppe case sono state violate) ho avuto per me solo ritagli minuscoli di tempo. Ma qualcosa di buono, come in tutte le cose, c'è stato.
Ho seguito un corso molto bello sull'assistenza al bambino ospedalizzato. Mi sono ritrovata molto spesso con le lacrime agli occhi, per l'umanità ed il coinvolgimento molto professionale ma anche emotivo dei docenti: la psicologa e la neuropsichiatra, che ci hanno parlato dell'approccio al bambino che si ricovera, impaurito e frastornato; le infermiere della pediatria oncologica che hanno affrontato vari argomenti tra cui l'approccio al bambino ma anche l'assistenza infermieristica e le metodiche giuste per mettere ad esempio un catetere vescicale o medicare un catetere venoso centrale, un anestesista che ha parlato del dolore del bambino e del fatto che nessun bambino, esattamente come nessun adulto, deve soffrire se c'è modo di togliergli il dolore, e della rianimazione in caso di eventi drammatici come incidenti, annegamenti, eccetera. Di quest'ultima relazione mi sono segnata più di una frase, scoprendo in questo medico che conoscevo solo di vista una grande umanità. Tra le tante, mi ha colpito e stretto il cuore l'ultima, quella con cui ha concluso la sua lunghissima ma mai stancante relazione:

"Chi salva la vita di un bambino salva il mondo intero".

Ma una delle relazioni che mi ha colpito di più. quella che soprattutto mi ha fatto scoprire un mondo praticamente sconosciuto, è stata quella di due clown dottori. Della loro esistenza ovviamente ero a conoscenza. Ma immaginavo il classico clown che fa uno spettacolino per distrarre i bambini ricoverati, magari gratuitamente, e poi se ne va a casa.
La realtà è completamente diversa.
Sono persone  che hanno seguito un corso specifico, un corso che dà loro nozioni di psicologia dell'età evolutiva e relazionale, psicologia del bambino (ma anche dell'adulto) in ospedale, organizzazione igiene e profilassi ospedaliera, il punto di vista dei genitori... inoltre hanno l'obbligo di tenersi continuamente aggiornati con altri corsi e riunioni.
La loro missione, straordinaria: accolgono il bambino e lo seguono in tutto il suo percorso ospedaliero, dalle prime indagini, agli esami invasivi, al dolore, agli interventi, al trapianto, e purtroppo, qualche volta che nessuno di loro vorrebbe vivere ma che fanno fino in fondo, alla morte.
Lo distraggono durante gli esami, lo accompagnano facendolo ridere anche a fare le indagini più dure, coinvolgono i genitori, fanno finte visite per rendere meno difficile quella vera, ed hanno la capacità di restituire il sorriso anche al bambino più impaurito. Mi sono venute le lacrime agli occhi di fronte ad una foto di qualche anno fa. Non avevano il permesso di entrare in camera sterile dopo il trapianto di midollo dei bambini leucemici, situata al primo piano del reparto. La foto li ritrae all'esterno della clinica, sulla pedana di una gru, davanti alla finestra della camera sterile, con il loro camice scarabocchiato ed il loro naso rosso, che attraverso il vetro fanno sorridere con smorfie e scenette mimate il bambino trapiantato. Questo pur di non abbandonarlo, neanche in un momento in cui solo i genitori ed i medici, bardati come astronauti, possono stare con il bambino.
Da due anni, possono entrare anche loro. Bardati anche loro, con mascherina, camice sterile, cappellino. Non possono portare dentro neanche un giocattolino. Unica concessione, il naso rosso di plastica, ovviamente sterilizzato. E soprattutto portano dentro la loro grande magia, la capacità di ridare il sorriso a questi bambini sfortunati.

Concludo qui... con qualche foto presa da internet. Cliccando sull'ultima andrete sulla pagina della loro associazione, che si chiama "Ridere per vivere".







 

E chiudo con un gran magone, perché i bambini non dovrebbero mai soffrire, e perché il mio cuore di mamma sanguina di fronte ad ogni bambino ammalato.

lunedì 9 maggio 2011

Un bel ricordo :)

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Oggi apro facebook e ci trovo con gioia questa foto inviatami dal mio ex allievo: ce l'hanno scattata il giorno in cui si è laureato… mi ha fatto troppo piacere per non condividerla :)
Certo che così scarruffata e un po’ troppo casual sfiguro un bel po’ di fronte alla sua eleganza… ma pazienza, venivo da una dura mattinata di lavoro e l’importante era essere lì con lui!!!