sabato 9 aprile 2011

Correndo nel verde


Dopo un inverno pigro e mangereccio, ho messo su qualche chilo e prima che venga il momento di tirar fuori il costume mi sono imposta un po’ di dieta e soprattutto un po’ di attività fisica.
Non ho tempo per frequentare una palestra ma abito praticamente in campagna, ho la possibilità di stare lontano da traffico e rumori e così, con l’arrivo delle prime e tanto sospirate belle giornate ho iniziato a fare qualche corsa sull’argine dell’Arno, vicino a casa. Non ho fiato e sono terribilmente fuori forma, così su un’ora corro davvero sì e no mezz’ora ma……..


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… ma mi godo uno spettacolo gratuito ed ogni volta diverso, organizzato dalla natura in collaborazione con la primavera.

Correte con me… vi piacerà.


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Eccoci sul sentiero sull’argine… profumo di erba e fiori.


   
img 405In lontananza le Apuane.    
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  Ed un meraviglioso campo fiorito di patate.
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Quanti fiori selvatici… Nel silenzio, solo la cadenza dei miei passi, del mio respiro un po’ affannato, dei versi di uccelli nell’azzurro incredibile di questo cielo


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Quando arrivo qui so che è il momento di tornare indietro, ma prima mi godo questi colori incredibili, e la torretta di Caprona in lontananza. E’ il 24 marzo, e guardate l’albero…


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  … e guardatelo di nuovo, il 5 aprile!


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Eccoci sul sentiero di ritorno, lo stesso spettacolo con un’altra luce…

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Qualcuno si gode il sole!!!

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… mentre arrivo verso casa, un momento di tristezza e di ricordo. In questa chiesa, il primo giorno di quest’anno, il nostro parroco di sempre si è accasciato davanti all’altare stroncato da un infarto. Io non sono né credente né tantomeno praticante, ma lui era una bravissima persona che ho avuto modo di apprezzare molte volte per la sua umanità. Ha benedetto la mia casa vent’anni fa, quando ne ho preso possesso, ha battezzato la mia bimba più piccola facendo salire sull’altare tutti i bambini presenti in chiesa, ha preparato per la prima comunione entrambe le mie bimbe e per la cresima la più grande. Ma questa era la sua missione, e non è per questo che l’ho amato. Era un uomo umile, modesto, che è sempre stato presente per chi ne aveva bisogno, che ogni famiglia campigiana amava, che ha partecipato alla vita di ogni famiglia e che nello stesso modo  ha reso partecipe l’intero paese alla sua vita ed a quella di sua mamma ultracentenaria; un uomo che ha sempre dichiarato di voler essere il primo parroco ad essere sotterrato nel cimitero di Campo, un uomo che per i suoi cinquant’anni di sacerdozio ha ricevuto affetto oltre che doni da tutto il paese, un uomo che ha saputo attirare in chiesa anche persone come me, per la sua grande gentilezza ed il suo silenzioso ma concreto anticonformismo. Un esempio per tutti… io ho sempre lasciato libere le mie figlie di decidere se frequentare o meno la chiesa ed il catechismo. La mia piccola, celiaca da quando aveva quattro anni, voleva fare la prima comunione e si è posto il problema dell’ostia, che per la chiesa deve (maledizione!) contenere per forza grano…. così andai da lui (era sempre disponibile) e con grande decisione gli dissi che volevo che mia figlia facesse la comunione come gli altri, e non con il vino. Volevo che quel giorno non fosse per lei motivo di discriminazione. E stavo per aggiungere che se non fosse stato così, l’avrei convinta a non fare la comunione…. ma non ce ne fu bisogno, perché lui mi fermò posando la sua mano sulla mia e mi disse di stare tranquilla, che per lui tutti i bambini sono uguali, che avrebbe consacrato quello che volevo, anche un pezzo di cracker senza glutine, perché la chiesa non avrebbe approvato ma Dio sì. E così fu. Anzi, nel frattempo fu raggiunto un accordo tra AIC e chiesa, e fu prodotta un’ostia che contenesse sì glutine, ma una quantità infinitesimale che teoricamente (mah…) non fa danni. E lui si procurò queste ostie e per non far vedere che a lei la dava diversa… le consacrò tutte e in quel giorno di festa le usò per tutti i bambini.
A chi non ha un figlio celiaco questo sembrerà “niente”. Per me fu tutto. Si sarebbe messo contro i suoi superiori per far sì che mia figlia non si sentisse diversa dagli altri. E silenziosamente, ha comunque fatto in modo che quel giorno tutti i bambini fossero uguali.
Se un parroco si è fatto amare indistintamente da tutti quelli che l’hanno conosciuto, è stato lui. Al suo funerale, l’intero paese piangeva, sentendosi orfano per sempre. La sua bara, portata in spalla dai ragazzi che tanto lo amavano nel chilometro che separa la chiesa dal cimitero, è stata deposta come lui aveva sempre chiesto nella terra di Campo, primo parroco a riposare in quel cimitero.
E nel guardare la sua chiesetta ancora vuota, la sua casa, il suo giardino, avrò per sempre il nodo in gola… perché lui è stato l’unico parroco che chiamavo e chiamerò per sempre il “mio” parroco.




Vi lascio con questo bouquet che una fioraia di nome "Natura"  mi ha regalato........
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… ed auguro uno splendido fine settimana a chiunque passerà da qui :)